La pratica buddista ci permette di attingere a inesauribili risorse interiori di coraggio, speranza e “resilienza” per superare le difficoltà e ampliare i confini della nostra esistenza, aiutando gli altri a fare lo stesso. Questa condizione vitale dinamica e compassionevole viene detta “Buddità” e un Budda è una persona che ha consolidato tale stato vitale come propria condizione predominante. La maggior parte delle persone tuttavia non sono consapevoli di questa opportunità o non sanno come metterla in pratica.
Il famoso studioso buddista del VI sec. T’ien-t’ai (538-97) sviluppò una pratica meditativa per consentire alle persone di percepire l’illimitato potenziale della propria vita in ogni istante. Egli elaborò anche un Sistema teorico per descrivere questa condizione e lo definì “tremila regni in un singolo istante di vita” (giap. ichinen sanzen). Ichinen sanzen dimostra che l’intero mondo fenomenico è racchiuso in un singolo istante di vita.
Il numero tremila risulta dalla moltiplicazione del mutuo possesso dei 10 mondi (10 mondi x 10 mondi = 100 mondi), x i 10 fattori della vita x i 3 regni dell’esistenza; 100 x 10 x 3 = 3.000.
I dieci mondi sono:
- di inferno,
- degli spiriti affamati (avidità),
- degli animali (animalità),
- degli asura (collera),
- degli esseri umani (umanità),
- degli esseri celesti (cielo),
- degli ascoltatori della voce (apprendimento),
- dei risvegliati all’origine dipendente (realizzazione),
- dei Bodhisattva (bodhisattva),
- dei Budda (buddità).
Essi rappresentano stati vitali distinti, ma fluttuanti, che ognuno di noi sperimenta, e descrivono le possibili circostanze della vita; in ogni momento ci troviamo in uno o nell’altro di questi “mondi”. L’Inferno è il mondo dell’infelicità che sprofonda in se stessa; l’Avidità è caratterizzata da un desiderio insaziabile; le persone nel mondo di Animalità cercano di adulare o dominare gli altri, a seconda che li ritengano più o meno potenti di loro; il mondo di Collera è il mondo della rivalità e dell’invidia mascherate da apparente virtuosità; l’Umanità è uno stato di calma razionale; il mondo di Cielo è quello dei desideri appagati; il mondo di Apprendimento è caratterizzato dal piacere di ampliare il proprio sapere. La Realizzazione è il mondo assorto dell’elaborazione creativa; Bodhisattva incarna lo spirito di dedizione agli altri e la Buddità rappresenta la capacità più creativa e totalmente positiva. Ciascuno di questi mondi contiene potenzialmente tutti gli altri, ciò significa che possiamo far emergere la Buddità in qualunque momento della nostra vita di normali esseri umani.
Mentre i dieci mondi descrivono le differenze fra gli individui e i fenomeni, i dieci fattori descrivono gli elementi comuni a tutte le forme di vita in ciascuno dei dieci mondi.
I primi tre fattori sono:
- aspetto (ciò che è visibile),
- natura (le predisposizioni interiori, che non sono visibili)
- entità (l’essenza della vita che permea e integra aspetto natura)
Questi primi tre fattori costituiscono l’esistenza e l’essenza di un determinato essere vivente.
I successivi sette fattori esprimono i meccanismi e le funzioni, il modo in cui la nostra vita interagisce con l’ambiente circostante e con gli altri. Sono: potere, influenza, causa interna, relazione,effetto latente, effetto manifesto e la coerenza dall’inizio alla fine
Per fare un esempio semplice, la causa interna potrebbe essere paragonata a un sedimento sul fondo di un bicchiere d’acqua e la relazione a un cucchiaino che rimescola l’acqua. Il risultato è che l’acqua si intorbida. Senza la causa interna rappresentata dal sedimento l’acqua non diventerebbe mai torbida, per quanto la rimescoliamo. Allo stesso modo, un commento o un particolare episodio possono far infuriare o ferire profondamente una persona, mentre per qualcun altro lo stesso stimolo esterno non produce alcun effetto. Il decimo fattore, la coerenza dall’inizio alla fine, sta a significare che i dieci fattori sono coerenti in ciascuno dei dieci mondi. Quindi il mondo di Inferno ha l’aspetto, la natura, l’entità, l’effetto manifesto ecc. del mondo di Inferno, e ognuno di questi differisce da quelli degli altri mondi.
I tre regni sono
- il regno delle cinque componenti,
- il regno degli esseri viventi,
- il regno dell’ambiente.
Dal punto di vista dell’essere umano, possono essere sintetizzati come “individuo”, “società” e “ambiente”. T’ien-t’ai ha ricavato la teoria di ichinen sanzen dai principi esposti nel Sutra del Loto, la scrittura buddista che è alla base del Buddismo di Nichiren praticato dai membri della SGI. Nichiren (1222-82) ha definito ichinen sanzen come “il cuore pulsante degli insegnamenti esposti dal Budda nell’arco della propria vita.” È il principio fondamentale del suo Buddismo.
Questo schema in effetti è una sorta di mappa della nostra interazione con il mondo. Ci mostra che la vita non è rigida ma fluida, e che la nostra percezione delle cose può variare da un momento all’altro. Per qualcuno che si trova nella condizione depressa dello stato vitale di Inferno il mondo è un luogo opprimente, oscuro e senza speranza. I problemi sono insormontabili e contorti. Il passato, il presente e il futuro sono tetri. Eppure, un’impercettibile variazione di prospettiva, un raggio di speranza, una parola di incoraggiamento o una risposta possono trasformare in un attimo ogni cosa. Quando cambiamo la nostra ottica, il mondo ci appare sotto un’altra luce. Quando crediamo nel potenziale di cambiamento racchiuso in ogni singolo istante, quando cominciamo ad avere fede nella nostra Buddità, riusciamo a cogliere nuovi significati nel mondo che ci circonda.
Ma per quanto possa sembrare semplice, in realtà cambiare la nostra ottica di base può essere molto arduo. T’ien-t’ai sviluppò una pratica meditativa profonda ma notoriamente difficile riguardo alla teoria di ichinen sanzen per consentire alle persone di percepire la propria Buddità. Seicento anni più tardi, basandosi sulla teoria di T’ien-t’ai e sui principi del Sutra del Loto, Nichiren elaborò una pratica semplice ed efficace che poteva essere eseguita in qualunque circostanza.
La pratica di Nichiren di recitare Nam-myoho-renge-kyo con fede nella propria Buddità innata realizza il principio di ichinen sanzen nella vita di chi la segue. Più che permetterci di vedere le cose da un’altra prospettiva, l’insegnamento di Nichiren pone l’accento sulla capacità di trasformare positivamente l’ambiente per se stessi e per gli altri.
Nichiren esprime la realtà di ichinen sanzen in questi termini: «La vita in ogni singolo istante abbraccia il corpo e la mente, l’io e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti dei dieci mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei tremila regni; le piante, il cielo e la terra, fino al più piccolo granello di polvere. La vita in ogni singolo istante permea l’intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi» ( Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3). Grazie alla profonda correlazione fra la nostra vita e tutti i fenomeni in ogni istante, un cambiamento nella nostra vita interiore si riflette su tutte le cose e determina un cambiamento dell’ambiente e delle circostanze in cui ci troviamo, trasformando in ultima analisi il mondo stesso. Come scrive il presidente della SGI Daisaku Ikeda, «il potere della fede, il potere del pensiero, muoveranno la realtà nella direzione di come la crediamo e la immaginiamo». La nostra ferma determinazione o preghiera permea l’intero mondo fenomenico e la sua influenza si manifesta maggiormente nel momento in cui agiamo.
La pratica sviluppata da Nichiren e applicata dalla SGI incoraggia le persone a sforzarsi costantemente per manifestare l’illimitato potenziale della propria vita, per affrontare e superare gli ostacoli alla felicità propria e della società, e quindi per costruire un mondo migliore, cominciando dal qui e ora.