La comunità Buddista della Soka Gakkai e i social network

L’attività che si svolge nella comunità buddista della Soka Gakkai trova oggi – e così sarà anche nel futuro – la sua radice principale nel contatto personale tra i praticanti: Shakyamuni viaggiava per tutta l’India e usava il dialogo come principale veicolo della sua predicazione. Allo stesso modo Nichiren Daishonin, il fondatore della tradizione buddista cui aderisce la Soka Gakkai, trasmetteva il suo insegnamento incontrando e visitando i suoi discepoli.
Senza trascurare questa base, e sempre con maggior frequenza, i praticanti utilizzano anche internet e i “social network” per scambiare informazioni sulle attività comunitarie e approfondire la conoscenza del Buddismo. Questo nuovo modo di comunicare comporta la necessità di valutare al meglio l’uso di tali strumenti, sia per proteggere la Soka Gakkai da eventuali manipolazioni o distorsioni dell’insegnamento buddista, sia la riservatezza dei suoi membri.
Siamo ancora all’inizio di un processo che sta prendendo sempre più velocità, e sarà necessario ancora del tempo per comprendere e verificare le conseguenze delle nuove tecnologie, ma è già chiaro, ad esempio, che un messaggio scritto può diventare fonte di grossi malintesi perché privo degli aspetti emotivi o che le e-mail possono essere utilizzate per scambiare comunicazioni o calendari degli incontri, ma non lo spirito profondo del Buddismo. Anche se – teniamo a specificarlo – l’Istituto preferisce che persino le comunicazioni di riunioni, di avvenimenti, di corsi non avvengano tramite veloci sms o posta elettronica, ma attraverso contatti personali.
La stessa riflessione può essere rivolta ai “social network” o ad altri siti analoghi, che attualmente permettono di fare molte cose: creare account col nome di terzi o a nome di altri, pubblicare foto o brani di libri, oppure identificarsi come una persona che pratica il Buddismo di Nichiren Daishonin o come membro della Soka Gakkai. Tutto questo, evidentemente, non autorizza nessuno a diventare portavoce ufficiale dell’Istituto o dei principi buddisti che l’Istituto trasmette.
Quindi, anche se quanto abbiamo elencato è tecnicamente possibile e facile da realizzare, non è detto che sia corretto, desiderato da tutte le persone coinvolte o, a volte, persino rispettoso.
Con l’obiettivo di adeguarsi al cambiamento, di utilizzare in modo responsabile il web, di trasmettere in modo corretto l’insegnamento buddista e lo “stile” delle relazioni umane promosso dalla Soka Gakkai, l’Istituto ha iniziato a promuovere un’opera di sensibilizzazione, stilando e condividendo una serie di consigli, di seguito riportati, per utilizzare al meglio i “social network”. Lo scopo finale è quello di offrire una corretta informazione a tutti coloro che usano Internet per promuovere l’educazione, la cultura e la pace.

Linee guida

Per utilizzare al meglio strumenti come Internet o il canale Facebook è necessario adottare delle linee guida condivise.

  1. Mai pubblicare copie di contenuti ufficiali dell’Istituto. L’Istituto non pubblica propri contenuti ufficiali su altri siti. Perché?
    • l’Istituto potrebbe non disporre dei diritti di pubblicazione per la diffusione via Internet,
    • i contenuti sono importanti, altrettanto importante è garantire l’affidabilità delle fonti,
    • si perde l’esclusiva di pubblicazione.

    Come rispettarla?
    Invece di copiare un contenuto, pubblicato sul sito istituzionale, utilizzare il solo collegamento diretto (link) alla pagina d’interesse.
    Benefici?

    • il diritto di pubblicazione non viene violato,
    • si riconferma l’affidabilità della fonte,
    • si garantisce l’esclusiva di pubblicazione.

    Ulteriore vantaggio!
    Grazie al meccanismo di Facebook le novità dal sito istituzionale arrivano direttamente sulle bacheche degli utenti.

  2. Mai “taggare” persone.
    Su Facebook è possibile identificare, all’interno dei contenuti, una o più persone. Questa operazione si chiama “taggare” (dall’inglese “to tag” = contrassegnare)
    Perché?

    • la persona potrebbe non gradire l’affinità con un dato contenuto (libertà opinione),
    • la persona potrebbe non voler far sapere di essere buddista (violazione privacy),
    • non si ha alcun vantaggio dato che chi è interessato già riceve l’aggiornamento.
  3. Usare immagini libere da copyright.

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